Tutela minori e persone vulnerabili: in ascolto di una grande sofferenza

Giornata di preghiera per le vittime e i sopravvissuti agli abusi sessuali il 18 novembre

Nell'occasione uscirà il primo Report nazionale sulle attività di prevenzione e formazione e sui casi di abuso segnalati o denunciati alla rete dei Servizi diocesani (2020-2021).

Inizia così la lettera di Papa Francesco datata 20 agosto 2018

«Se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme» (1 Cor 12,26). Queste parole di San Paolo risuonano con forza nel mio cuore constatando ancora una volta la sofferenza vissuta da molti minori a causa di abusi sessuali, di potere e di coscienza commessi da un numero notevole di chierici e persone consacrate. Un crimine che genera profonde ferite di dolore e di impotenza, anzitutto nelle vittime, ma anche nei loro familiari e nell’intera comunità, siano credenti o non credenti. Guardando al passato, non sarà mai abbastanza ciò che si fa per chiedere perdono e cercare di riparare il danno causato. Guardando al futuro, non sarà mai poco tutto ciò che si fa per dar vita a una cultura capace di evitare che tali situazioni non solo non si ripetano, ma non trovino spazio per essere coperte e perpetuarsi. Il dolore delle vittime e delle loro famiglie è anche il nostro dolore, perciò urge ribadire ancora una volta il nostro impegno per garantire la protezione dei minori e degli adulti in situazione di vulnerabilità».

Non possiamo rimanere inerti di fronte alla sofferenza e al dolore di ogni singola persona provocata da qualsiasi tipo di abuso sia esso sessuale, di potere o di coscienza; possiamo provare sdegno, impotenza, ma non possiamo fermarci ai sentimenti negativi, è necessario che ritroviamo dentro di noi quel desiderio di bene che ci spinge verso l’altro, che ci chiede cura e consolazione, che ci chiede giustizia e verità.

Tutta la Chiesa italiana sta cercando di farsi “ospedale da campo”, per dirla come papa Francesco, istituendo i Servizi e i Centri di ascolto per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili.

A partire dal 2019 in tutte le 226 diocesi italiane, questa realtà è sostenuta con percorsi formativi rivolti agli operatori pastorali (sacerdoti, religiosi e religiose, catechisti, educatori, insegnanti di religione…) e a chi è chiamato a occuparsi degli aspetti giuridici con l’impegno di continuare a promuovere una cultura del rispetto e della dignità di ogni persona, in modo particolare dei minori e delle persone vulnerabili.

I Centri di ascolto attualmente coprono il 70% delle diocesi italiane, accolgono e ascoltano quanti vogliono segnalare abusi recenti o passati. Vogliono essere una porta aperta in luoghi vicini alle persone con responsabili preparati – in buona parte laici– disponibili al primo ascolto con accoglienza incondizionata, rispetto e delicatezza nella relazione, nell’atteggiamento positivo di stima e comprensione.

Ascolto di chi non impone tempi e modi a chi sta raccontando un dramma, né si ferma al giudizio e tanto meno si lascia condizionare dal pregiudizio. Ascolto di chi sa che per capire una persona è più importante ascoltare quel che la persona ha sofferto rispetto a quel che ha fatto. (D. Bonhoeffer in Resistenza e resa. Queriniana 1988)

Allo stesso tempo è un ascolto fatto in nome della Chiesa, che sa riconoscere, ove ci sia stato, il proprio errore ed è pronta a chiedere perdono, una Chiesa che si prende cura di chi soffre, una Chiesa che manifesta il cuore compassionevole di Dio, una Chiesa che condivide e soffre. (cfr. Sussidio per formatori: Formazione iniziale in tempo di abusi. Servizio nazionale tutela dei minore CEI)

Dopo aver istituito i servizi diocesani, i vescovi italiani hanno deciso di realizzare un primo Report nazionale sulle attività di prevenzione e formazione e sui casi di abuso segnalati o denunciati alla rete dei Servizi diocesani e interdiocesani negli ultimi due anni (2020-2021).

Nella ricerca sono stati coinvolti 16 coordinatori per i Servizi regionali, 226 referenti per quelli diocesani e 96 responsabili dei Centri di ascolto: sono stati somministrati questionari specifici per ciascun ambito compilati on line. I dati raccolti sono stati analizzati da un Centro accademico di ricerca dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, specializzati in economia, statistica, sociologia con esperienza specifica in analisi di “policy children safeguarding”, cioè in politiche di tutela dei minori.

I dati, che verranno redatti e resi pubblici ogni anno, non vogliono dare una semplice lettura statistica o una sola radiografia dell’esistente, ma saranno uno strumento prezioso per delineare la realtà dei Servizi diocesani e dei Centri di ascolto, la loro diffusione e strutturazione, l’efficacia nell’azione pastorale di formazione, prevenzione e accoglienza. Sicuramente contribuiranno ad approfondire il tema degli abusi sessuali, di potere e di coscienza, spesso nascosti e rinchiusi nelle pieghe profonde dei rapporti umani più cari.  È noto come il 90% degli abusi sessuali su minore avviene ad opera di un adulto conosciuto e nel 60% dei casi a livello intra-familiare (M.C. Seto et al., in Clinical Psychology Review, volume 39: 42-57, 2015)

Il report 2020-2021 sarà pubblicato e reso noto il 18 novembre, in corrispondenza della Giornata europea per la protezione dei minori contro lo sfruttamento e gli abusi sessuali, istituita dal Consiglio d’Europa e giornata di preghiera e di sensibilizzazione istituita dalla  Chiesa italiana.

È un’occasione importante per farci sempre più sensibili rispetto ad una piaga che ha avuto e purtroppo ha ancora conseguenze pesantissime sulla vita delle persone. Con sensibilità e attenzione sarà possibile prevenire simili abusi e costruire percorsi di vicinanza e sostegno verso chi ha subito degli abusi, senza abbandonare coloro che in qualche modo ne sono stati gli artefici.

 

Nadia Battajon, responsabile del Centro di ascolto